Una mostra omaggio all’artista ferrarese Sergio Zanni, di cui il prossimo anno ricorre l’ottantesimo compleanno.
Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Zanni si è inizialmente dedicato alla pittura per poi passare, verso la metà degli anni Sessanta, alla scultura. E’ stato insegnante all’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” di Ferrara dal 1967 al 1995 e, a partire dagli anni Ottanta, le sue opere figurano in numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero che lo consacrano come uno dei più significativi e originali interpreti della scultura contemporanea.
L’artista ferrarese persegue una personalissima figurazione. «Il mio mestiere», afferma, «mi permette viaggi continui alla scoperta di “terre sconosciute”, che si sono materializzate in una miriade di personaggi: eremiti, signori della pioggia, assassini, monumenti ai caduti, diavoli, custodi delle pianure, zingare, osservatori, camminatori, palombari, attendisti, figure senza davanti, piloti, cacciatori di nuvole, fumatori, pittori di guerra, angeli misteriosi, canti delle sirene, equilibristi, viandanti».
Molti degli inconfondibili personaggi che popolano il poetico, immaginifico mondo concepito da Zanni, da lui stesso ribattezzati per l’occasione “volumi narranti”, vale a dire figure concrete che s’impongono nello spazio per raccontarci la loro storia (avventure, miti, sogni, memorie, condizioni esistenziali…), approdano nelle sale del Padiglione d’Arte Contemporanea, dove il visitatore avrà l’occasione di rivedere alcuni dei suoi più celebri lavori monumentali – i Kamikaze del 1998; Foto di gruppo e Clessidra del 2004 – realizzati, necessariamente, con materiali più pratici della terracotta, come la vetroresina e il polistirolo ricoperto di iron ball. Oltre alla ricca selezione di sculture di piccole, medie e grandi dimensioni (una quarantina, tra gruppi e figure singole), saranno presenti in mostra anche numerosi esempi della produzione pittorica dell’artista, che, in tempi recenti, ha dedicato una serie di opere ad un soggetto ricco di significati e implicazioni simboliche come l’Albero della conoscenza.
dal 17 dicembre 2021 al 6 marzo 2022
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